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Unghie fragili: cause reali e interventi naturali

Introduzione

Le unghie fragili, che si sfaldano facilmente o si spezzano di continuo, sono un problema che può dipendere da diversi fattori. Questo fastidioso inestetismo può essere infatti dovuto a carenze vitaminiche, all’invecchiamento, all’uso di prodotti cosmetici poco appropriati ma anche a psoriasi o micosi delle unghie. Escludendo l’invecchiamento o la micosi, se il problema compare nella fascia di età 25-55 c’è sicuramente da rivedere lo stile di vita. Al pari di pelle, capelli e tutte le mucose interne dell’apparato digerente, le unghie sono un tessuto in rapido rinnovamento. Questo vuol dire che il loro ricambio cellulare necessita di supporto nutrizionale adeguato, rispetto alle esigenze di altri tessuti stabili o senza capacità rigenerativa. Di conseguenza il primo fattore imputabile alla comparsa di unghie fragili è sicuramente quello alimentare. Popolarmente sono noti alcuni fattori nutrizionali la cui carenza è associata alla debolezza delle unghie o alla loro scarsa crescita. Eccone una lista con il razionale di ognuno.

Calcio

Vi sono molte adduzioni empiriche su come la carenza di calcio possa indebolire le unghie. Lo ione calcio è essenziale al funzionamento di tutte le cellule: nel caso dei tegumenti (pelle, unghie e mucose) la sua presenza serve principalmente alla coesione cellulare. Quindi la carenza di calcio accertata come fattore favorente le “unghie fragili” ha il suo razionale nella presenza di calcio nelle stratificazioni cellulari e di tessuto corneo che costituiscono annessi ed unghie. Una carenza di calcio è difficile che si ottenga nella fascia di età 25-55, ma possono essere presenti fattori nella dieta che ne limitano l’assorbimento. Un eccessivo consumo di ossalati (spinaci, pomodori e salse) è uno di questi, così come l’eccessiva introduzione di crusca che può chelare ioni come calcio, ferro e magnesio. La crusca contiene inosite, un fosfato organico che sequestra preferibilmente ferro e calcio. Anche una dieta carente di latticini o di vegetali con alto tenore di calcio (es. broccoli, rucola, soia, mandorle) può contribuire nel tempo a generare una carenza che può iniziare a manifestarsi proprio come fragilità ungueale.

Ferro

Il ferro non è direttamente costituente la struttura dell’unghia e non si deve pensare che la carenza di ferro determini unghie fragili perché esse se ne impoveriscano. Il ferro è essenziale alle cellule in rapida divisione (quelle dette prima), perché permette la sintesi di alcune basi del DNA necessarie alla replicazione cellulare. Le cellule dei bulbi piliferi (capelli) e della radice ungueale sono, come detto, ad alto tasso di duplicazione. cellulare per permettere la crescita dell’annesso. Se si sospetta che l’aver sviluppato unghie fragili provenga da una carenza di ferro, è possibile evidenziarlo con una banale analisi del sangue, determinando il ferro libero e le proteine che ne regolano il metabolismo (ferritina e transferrina). Ovviamente, anche avere una dieta nutrizionalmente debole (es, senza carne, o pesce, frutta, ecc.) può contribuire al problema per minore biodisponibilità di questo oligoelemento. Il modo migliore di ottenere il ferro è quello da fonti animali più che vegetali, perché spesso certi fattori anti-nutrizionali (gli ossalati detti prima, l’inosite degli alimenti integrali, ecc.) ne riducono l’assorbimento intestinale. Anche un eccessivo consumo di thè verde a scopo salutistico può ridurre la captazione del ferro.

Vitamine

Analogamente al ruolo benefico che il ferro e gli amminoacidi possono avere nella salute cellulare, le vitamine essenziali servono alla stabilità cellulare ed al corretto svolgersi del metabolismo. Nel caso delle cellule in attiva replicazione, le vitamine B1, B2, B5, B12, C, H ed acido folico sono necessarie affinché il metabolismo cellulare spinga verso il rinnovamento. Tutte le suddette vitamine sono ben rappresentate nei legumi, alcuni vegetali, latte e derivati, frutta a guscio e in modo discreto nelle carni animali. Un diretto intervento della vitamina B12 e dell’acido folico nella sintesi degli acidi nucleici è risaputo; questa sintesi è ovviamente più spinta nelle cellule in attiva fase di divisione. Ciò giustifica la comparsa di unghie fragili (o anche caduta dei capelli) in coloro che hanno una carente introduzione alimentare di vitamine del gruppo B. La carenza di vitamina C causa debolezza ungueale perché essa controlla la maturazione di collagene ed elastina, le due proteine maggiori del tessuto connettivo. La vitamina C è anche un fattore nutrizionale che facilita l’assorbimento del ferro. Perciò, spesso, è possibile riscontrare carenza di ferro secondaria ad una più frequente reale carenza di vitamina C.

Proteine

Ogni tessuto ha la sua impalcatura di base e questa è costituita dalle proteine. Che si resti nel visibile o si scenda a livello cellulare, le proteine sono la base della vita e una loro ridotta ingestione alimentare è fonte, prima o poi, di problemi di salute. L’alimentazione moderna e soprattutto “occidentale” imposta dai nostri ritmi quotidiani non permette una ottimale assunzione quanto assimilazione di proteine. Il ricorrere ad alimenti pronti, elaborati e processati dall’industria, piuttosto che freschi, contribuisce ad una dieta che oggi permette solamente di coprire neppure il 70% del reale bisogno di proteine, o meglio di amminoacidi poiché sono questi i mattoni di base. Accanto ad una minore introduzione, poi, c’è il problema della qualità: tutti sanno che gli aminoacidi si dividono in essenziali (che l’uomo non sa sintetizzare) e non-essenziali. La replicazione cellulare richiede che tutti gli aminoacidi essenziali siano presenti per evitare che essa abortisca. Fra questi la lisina, la metionina, la fenilalanina e il triptofano. Avere una dieta povera di legumi freschi o latte o carni in generale, può nel tempo cominciare a manifestarsi come fragilità alle unghie, segno di una insufficiente sintesi delle proteine del tessuto ungueale.

E se tutto dipendesse dall’assorbimento?

C’è un fattore da considerare: e se la nostra alimentazione fosse bilanciate, con quasi nessuna falla, e nonostante ciò continuassimo ad avere unghie fragili? È possibile, e accanto alla reale carenza di specifici nutrienti e probabilmente una delle cause maggiori sottostanti al problema. È popolarmente noto che lo stress (inteso come psicologico) indebolisce le unghie e può causarne lo sfaldamento. Ci potrebbero essere almeno due fattori dietro questa possibilità. Primo, lo stress cronico innalza i livelli sanguigni di cortisolo (l’ormone dello stress), che può contrastare la sintesi proteica e indebolire le strutture del tessuto connettivo. Secondo, lo stress cambia nel tempo la composizione della flora intestinale (microbiota), analogamente a quanto avviene per una dieta sbilanciata. La conseguenza è spesso un malassorbimento di fattori nutrizionali, fra cui quelli elencati sopra e che quindi possono determinare, in cronico, la comparsa di unghie fragili.

Questo perché alcune specie batteriche produttrici di vitamine (es. Lactobacillacee) si riducono a vantaggio di specie consumanti (Enterobacteriacee), che sono avide di amminoacidi e vitamine. Nel loro processo di replicazione sostitutiva, i batteri possono anche prelevare buona parte del ferro alimentare. La disbiosi stessa può instaurarsi, dunque, come meccanismo di malassorbimento nutrizionale. Quindi, prima di intervenire con l’integrazione del fattore nutritivo ritenuto mancante, si consiglia qui di controllare che lo stile di vita (alimentare o altro) non abbia causato una disbiosi intestinale. Nel qual caso si raccomanda l’assunzione di probiotici per 12-14 giorni prima di assumente integratori alimentari. Che vengano da preparazioni commerciali o da alimenti fermentati (yogurt, kefir), il ribilanciare la flora intestinale con fermenti lattici è un pre-requisito spesso ignorato o poco considerato per ristabilire la salute intestinale e, di conseguenza, di tessuti in sofferenza.

E se volessi rivolgermi in erboristeria o alla tavola?

La Natura può venire in aiuto al problema delle unghie fragili con opzioni abbastanza specifiche. Le tre piante remineralizzanti per eccellenza sono l’equiseto o coda cavallina (Equisetum arvense), l’avena (Avena sativa) e l’ortica (Urtica dioica). Esse sono molto ricche di magnesio, calcio, ferro e silicio, tutti minerali che contribuiscono alla robustezza degli annessi cutanei. Sono anche buone fonti di vitamine del gruppo B, proteine, ferro e vitamina C. Forse pochi sanno che la gramigna (Agropyron repens), il fieno greco (Trigonella foenum-grecum) e l’erba medica o alfa-alfa (Medicagosativa) sono tre opzioni remineralizzanti abbastanza buone, sebbene forse poco conosciute. Sono ricche di minerali, oligoelementi e vitamine. L’erba medica e la gramigna hanno il vantaggio di contenere naturalmente sostanze ad azione estrogeno-simile; ne potrebbero usufruire le donne che cominciano a soffrire di fragilità ungueale in coincidenza della menopausa.

In alternativa, non c’è bisogno di cercare l’avena in erboristeria: basta alimentarsi con pane di avena o altri prodotti a base di questo cereale. Anche l’ortica può essere consumata a tavola: sono disponibili ricette tradizionali che la vedono componente in primi piatti. Un complemento remineralizzante e nutriente molto completo sono i semi di zucca, da consumare come spuntino. Per ultimo, non si deve dimenticare che anche il lievito di birra è un prezioso alleato nutrizionale per unghie e capelli. Assumerlo sottoforma di panetto grezzo (poco accettato per il palato) o integratori commerciali disponibili, gli permette di agire in due modi. Di per sè stesso è un probiotico e ripulisce l’intestino da specie batteriche poco salutari. Secondo, la sua ricchezza organica è a dir poco impressionante, essendo fonte di tutte le vitamine, oligoelementi, amminoacidi essenziali e fosfolipidi bioattivi. In questo sito è presente in archivio un articolo che tratta il lievito di birra, pubblicato nella sezione Medicina Naturale in data Aprile 2018.

  • A cura del Dr. Gianfrancesco Cormaci, PhD, specialista in Biochimica Clinica.

Pubblicazioni scientifiche

Bencivelli A. Le piante della salute. Ed Frate Indovino 2019.

Tierra Michael. Grande manuale di erboristeria. 2012.

Mearelli F, Scrignani M. Terapia moderna con tinture madri, gemmoderivati ed oligoelementi. Ed Planta Medica 1995.

Chies R. Piante medicinali. Ed Mondadori 1982.

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Dott. Gianfrancesco Cormaci
Dott. Gianfrancesco Cormaci
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1998, specialista in Biochimica Clinica dal 2002, ha conseguito dottorato in Neurobiologia nel 2006. Ex-ricercatore, ha trascorso 5 anni negli USA alle dipendenze dell' NIH/NIDA e poi della Johns Hopkins University. Guardia medica presso la casa di Cura Sant'Agata a Catania. In libera professione, si occupa di Medicina Preventiva personalizzata e intolleranze alimentari. Detentore di un brevetto per la fabbricazione di sfarinati gluten-free a partire da regolare farina di grano. Responsabile della sezione R&D della CoFood s.r.l. per la ricerca e sviluppo di nuovi prodotti alimentari, inclusi quelli a fini medici speciali.

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